MEDITARE NELL'AGIRE QUOTIDIANO
- monixborio
- 4 mag 2022
- Tempo di lettura: 3 min

Meditare significa consentire alla mente di ritrovare in ogni istante quel suo stato di chiarezza original; con la meditazione, quella chiarezza diviene consuetudine. Meditare è una capacità naturale della mente, è una saggezza intrinseca, originaria, di cui tutti disponiamo, ma che può essere necessario "rispolverare".
LA POSTURA
E' fondamentale assumere una corretta posizione che ci permetta di restare comodi e senza sforzo; esaminiamola in sette punti:
Le Gambe
Le Braccia
La Schiena
Gli Occhi
Le Mascelle
La Lingua
La Testa
Le gambe possono essere tenute
incrociate in modo semplice oppure anche in posizione del Loto (o mezzo Loto); inoltre si può stare anche seduti sui talloni (posizione seiza).
Nel primo caso è importante usare un cuscino sotto la punta delle natiche per rimanere seduti confortevolmente più a lungo e tenere, senza sforzo, la schiena dritta.
Se necessario si può anche stare seduti su una sedia, affinché la schiena sia dritta.
Le braccia non sono a contatto con il tronco, ma leggermente aperte; le mani rilassate, appoggiate sulle cosce con il palmo verso l'alto.
La schiena è la parte più importante; dev’essere: dritta, rilassata leggermente tesa verso l'alto.
All’inizio può sembrare più facile tenere gli occhi chiusi, in realtà sarebbe meglio tenerli socchiusi, facendo filtrare un po’ di luce e tenendo lo sguardo, sfocato, verso il basso.
Le mascelle dovrebbero essere rilassate e leggermente scostate tra loro, con le labbra unite, ma morbide e la punta della lingua toccare lievemente il palato proprio alla radice degli incisivi superiori.
Il mento dovrebbe essere lievemente rientrante, in modo da alleviare la curva cervicale; la sommità del capo (fontanella) dovrebbe tendere verso l’alto, come se un filo ci tendesse verso il cielo.

LA PRATICA
Sono molte le tecniche che possiamo utilizzare per meditare, all'inizio il minimo comune denominatori per qualsiasi pratica è la difficoltà a tenere quieta la mente. La nostra mente, appena acquisita la posizione, tenderà a comportarsi come una scimmietta curiosa: irrequietezza, distrazioni esterne (rumori, suoni) distrazioni interiori (pensieri, ricordi, attività mentale) e anche distrazioni di tipo fisico (formicolio, dolori, prurito).
Quello che possiamo fare e osservare i balzi di questa agitata scimmietta e ogni volta riprenderla per mano e riportarla nel presente. Un buon metodo, specialmente per quando si inizia e "impegnare" la mente in qualcosa, tenerla "attenta" su un focus e una buona strategia e concentrarsi sul respiro.
RESPIRARE
Osserviamo il nostro respiro, se riusciamo senza modificarlo.
Consideriamo che l'atto respiratorio completo non è solo formato da inspirazione ed espirazione, ma c'è anche una pausa dopo l'inspirazione (apnea piena) e una pausa al termine dell'espirazione (apnea vuota): quello che faremo è di tenera la mente e la concentrazione impegnate in queste quattro fasi.
Ed ora procediamo con il contare 8 cicli di respirazione per quattro volte, ponendo l'attenzione a momenti differenti dell'atto respiratorio.
Utilizziamo le dita delle mani, che sono appoggiate sulle gambe con il palmo rivolto verso l'alto, per contare gli otto respiri: partiamo con la mano destra e utilizziamo il pollice: ad ogni ciclo respiratorio lo spostiamo dall'indice fino al mignolo (4 respirazioni) e proseguiamo con la mano sinistra (altre 4 respirazioni.
Se la mente si distrae comunque, non preoccupiamoci: riprendiamo da capo il ciclo di otto respiri che è stato interrotto e riconduciamola mente alla presenza del Qui e Ora. E lo faremo tante volte quante sarà necessario.
OTTO RESPIRI IN ASCOLTO DELL'INSPIRAZIONE
I primi otto respiri li compiamo prestando particolare attenzione alla fase dell'inspirazione; senza forzare l'ingresso dell'aria nei polmoni, la osserviamo mentre entra fresca nelle narici.
OTTO RESPIRI IN ASCOLTO DELLA PAUSA DOPO L'INSPIRAZIONE
Il secondo ciclo che segue è identico al primo, è solo la nostra attenzione a spostarsi su una fase differente, sulla fase dall'apnea a pieni polmoni; anche in questo caso cercheremo di essere "solamente" osservatori, senza ne' forzare, ne' modificare nulla.
OTTO RESPIRI IN ASCOLTO DELL'ESPIRAZIONE
Il terzo ciclo ciclo si focalizza sulla terza fase del ciclo respiratorio, ovvero sull'espirazione che avviene in modo naturale e senza alcuno sforzo.
OTTO RESPIRI IN ASCOLTO DELLA PAUSA DOPO L'ESPIRAZIONE
Il quarto, ed ultimo ciclo, porta la nostra attenzione su quella pausa che conclude un ciclo respiratorio completo al termine dell'espirazione; un momento di apnea a polmoni vuoti che darà poi spazio ad una nuova inspirazione.
Al termine di di questa pratica restiamo ancora qualche istante in silenzio e quiete interiore prima di sciogliere la posizione.
Sintonizzarci con la nostra saggezza
Anche se quello che abbiamo visto finora può essere considerato più un'educazione della mente a stare quieta che uno stato vero e proprio di meditazione, è già comunque un buon inizio per chi si avvicina alla pratica.
L'ascolto di 32 respiri (quattro cicli da otto) richiede qualche minuto, ma può essere molto potente per calmare la mente dalla sua frenetica attività e recuperare una chiarezza che potremo poi trasferire nel nostro agire.
E' importante, con la pratica, cercare di trasferire lo stato di meditazione dentro l'agire del quotidiano, invece di riservarlo a pochi attimi di privilegiato isolamento.
monix.borio@gmail.com




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