TACCUINI DI VIAGGIO: #1 BENARES!
- monixborio
- 17 ago 2022
- Tempo di lettura: 3 min

Era il 2 Marzo del 1993 quando giunsi per la prima volta in India; arrivai a Delhi nel cuore della notte - come spesso previsto per i voli intercontinentali provenienti dall'Europa - e non mi aspettavo certo di trovare un paradiso terrestre, però...
Una dimensione nuova si presentava ai miei occhi e non sembrava entusiasmarmi tanto: troppa gente, troppo caldo, troppo traffico, troppa insistenza, insomma tutto era "troppo".
I due giorni trascorsi a Delhi servirono fondamentalmente per superare il problema del "jet leg" e trovare un biglietto del treno per lasciare la caotica metropoli e raggiungere Benares, detta anche Vārānasī, una città nello stato dell'Uttar Pradesh, nel Nord dell'India che si affaccia sul fiume Gange che è considerata tra le città indiane sacre, "la più sacra".
Se il "jet leg" in qualche modo venne recuperato velocemente, per il biglietto del treno fu molto più complicato; infatti quel periodo era a ridosso della festività di Holī, una festa nazionale che sposta milioni di indiani sulla ferrovia.

Holī è una festa religiosa durante la quale è usanza lanciarsi polveri colorate per omaggiare un rito che simboleggia la rinascita e la reincarnazione; solitamente si svolge all'avvicinarsi dell'equinozio di primavera, in un giorno di plenilunio.
Sui treni indiani
Il biglietto non si riusciva a prenotare, non c'erano più posti disponibili, ma un posto sui treni indiani si trova sempre! Delhi-Benares fu un viaggio piuttosto impegnativo: accovacciata nella cuccetta più alta dello scompartimento, ho trascorso più di dodici ore condividendo, neanche troppo amichevolmente, quell'angusto spazio con nove persone!
La vita in quello scompartimento era piuttosto movimentata, non solo dalla folla di passeggeri, ma anche vivacizzata dai venditori ambulanti ad ogni stazione; una nota particolare ai cāyavālā, i venditori di tè: un costante vociare al suono di "chaiii-chaiii-chaiii!" richiamava l'attenzione su di loro che andavano avanti e indietro con il loro fornelletto e il cesto di vimini colmo di ciotoline in terracotta che venivano buttate via dopo l'uso, come fossero bicchieri di carta. Ma non mancavano venditori di giocattoli, samosa, scopette, coperte in cotone e molto altro ancora!
Giunsi a Benares a sera inoltrata e stanchissima.
La maggior parte dei viaggiatori giunge per lo più a Benares in treno. La zona intorno alla stazione è un insieme di case, uffici e hotel. E' necessario raggiungere Cauk, la via principale, per avere un'idea dell'anima della città.
Dopo aver raggiunto la mia camera, modestissima, della mia pensione a Benares, nel pieno dell'incrocio principale, (Godowlia Crossing) sprofondai in un profondo sonno.
Ma all'alba del giorno dopo, dopo un caffè piuttosto annacquato, andai senza esitazione e con estremo entusiasmo a cercare il Gange, il fiume sacro: la vista di quello spazio aperto davanti a me, dopo la sensazione di soffocamento di Delhi, del treno e del triste caffè, fu emozionante!
Il Gange e i suoi ghāta

In una città come Benares, non poteva scorrere un fiume "qualunque": il fiume Gange è il fiume che dal Cielo discese sulla Terra attraversando lo spazio portando, nelle sue acque , la Divinità.
Facendo un giro in barca, o passeggiando lungo la riva (ghāta), all'alba è possibile osservare i fedeli impegnati nei loro riti che rappresentano uno scenario di mistica beatitudine. Oltre alle normali abluzioni, molti di loro praticano antichi riti di diverso tipo. Alcuni spruzzando con entrambi le mani dell'acqua verso il sole lo salutano al suo sorgere; altri versano acqua da recipienti di diverse forme, di ottone e rame. Altri prendono dell'acqua tra le mani e la versano sulla cima della loro testa per purificarsi. Molti sgranano le perle del rosario (mala) mormorando formule sacre, altri ancora strofinano il loro corpo con le ceneri del fuoco sacrificale, o tracciano il simbolo di Śiva sulla fronte.
Ogni devoto hindu pratica i suoi riti quotidiani e l'usuale curiosità nei confronti dei visitatori occidentali in questa circostanza si dissolve completamente: concentrati ed assorti nella loro fede fede, nella loro meditazione sembra che non vedano neppure la barca passare vicino a loro.
MASTĪ
Questo è un termine hindi che rappresenta lo spirito degli abitanti di Benares, a prescindere dalla loro condizione sociale. "Mastī" è una sorta di spirito particolare che permette di godersi la vita senza ostentazione: una spensieratezza e radiosa gioia che nasce dal vivere nella più sacra città tra le sacre città dell'India.
Presentata in questo modo Benares sembra quasi "il paese dei balocchi", in realtà è qualcosa di molto più sottile e autentico. I piaceri della vita che rallegrano la vita dei banarasī sono semplici: un bagno nel Gange al mattino, un po' di riso e dhal, un giro in barca al tramonto, qualche dolcetto farcito di pistacchi ricoperto d'argento, una musica di sitar, una preghiera e tanta gioiosa devozione all'Universo..
Sono piaceri sottili, semplici, che però migliorano la qualità della vita quotidiana e lastricano di serenità il cammino che conduce alla morte più bella: la Librazione ... che Benares sa donare a tutti i suoi fedeli!

Impariamo dai Banarasī, gli abitanti della città più sacra tra le città sacre dell'India, a godere delle piccole cose, dei piaceri sottili, della gioia di vivere!
NAMASTE
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